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Nel corso dei secoli, per necessità, l’uomo ha costruito le sue più grandi città sulle rive di fiumi e torrenti. La necessità dei giorni nostri è invece quella di doversi allontanare dai fiumi, torrenti, piane alluvionali. Quindi nel corso del tempo si sono incanalati le parti terminali dei torrenti velocizzandone il deflusso, invece dovrebbero avere ampi spazi da poter dissipare, una volta a destra e una volta a sinistra, l’energia modificando il territorio nel corso dei secoli in modo naturale.
C’è da dire, che dopo l’alluvione del ’96, non sono state fatte nuove costruzioni dove ne erano state devastate, ne rimangono alcune potenzialmente in una zona pericolosa già percorsa da una esondazione. Il Rio Inferno oggi si trova invaso dagli arbusti fin sopra il livello della strada, immaginate quanto spazio toglie all’acqua che scende tutto questo materiale, di quanto ne alzerebbe il livello, in’oltre in caso di nuove forti precipitazioni potrebbero creare delle vere e proprie dighe aumentando il pericolo.
Alluvione a Omegna da tutti i torrenti occidentali del Mottarone, anche dal Rio Inferno:
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