Si chiude un novembre scarso di precipitazioni e dicembre non inizierà bene, ancora una volta a pagarne le conseguenze per primo sarà la montagna.
La montagna per tanto che sembri intoccabile ai cambiamenti, forse per la sua maestosità e grandezza, è in realtà molto sensibile e vulnerabile. Basti pensare come in assenza di precipitazioni possa soccombere in preda a furiosi incendi, a come si sgretola in balia delle escursioni termiche, a come frana sotto imponenti piogge, a come si spoglia dai ghiacciai. Con il bello o il cattivo tempo trasformazioni che ne modellano le sagome da sempre.
Questo novembre 2021 si chiude con poche precipitazioni, ben al di sotto delle medie storiche sulle Alpi Lepontine, in alta val Formazza oltre i 2500 m solo 60 cm a terra, meglio sulle Pennine ma solo dai 2000 metri, più in basso manca il “fondo” e a pagarne le conseguenze questa volta è la montagna antropizzata. Anche peggio sulle Alpi Cusiane Valsesiane con solo qualche centimetro ai 1500 m del Mottarone.
Il pattern per l’inizio di dicembre
Poche speranze per l’arrivo nella neve, circolazione settentrionale per diversi giorni e sud delle Alpi ancora penalizzato, si salvano le più alte con sfondamenti nevosi, poi furioso Föhn, le temperature, dopo l’effimero rialzo di oggi, da domani torneranno a scendere e si manterranno al di sotto della media almeno fino al 6 o 7 dicembre. Alegar.