
La plastica ha raggiunto anche le zone più remote della Terra come le profonde fosse oceaniche.
A rivelarcelo è uno studio condotto dal Dr. Alan Jamineson della Università di Newcastle e pubblicato sulla Royal Society Open Science https://buff.ly/2EF6zUt.
I ricercatori, partiti inizialmente con l’intento di studiare l’ecosistema delle zone abissali, hanno dovuto fare i conti con una inquietante scoperta. Invece di nuove specie viventi negli abissi degli oceani, hanno trovato la plastica. Infatti, nella pancia di alcuni gamberetti, che vivono pensate al di sotto di 11 km di profondità, hanno trovato le microplastiche, prevalentemente fibre di plastica, nylon o altri filati sintetici provenienti dai nostri vestiti. Prima di questa scoperta il record di profondità, per una creatura con la plastica in pancia era di 2.2 metri, nell’ Oceano nord Atlantico. Studi mostrano che dei 300 milioni di tonnellate di rifiuti che produciamo 250 mila finiscono in mare e vengono sminuzzati in piccoli frammenti che fluttuano nelle acque. Per il 2050 si stima che ci sarà più plastica che pesci nei nostri mari.
Fonte articolo:
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