Progetto “Ghiaccio Vivo”, non arretra più il ghiacciaio Sabbione nord, ecco perchè. Rilievi frontali 2019.

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Dal 2013 persi 220 metri, poi si arresta l’arretramento ma non l’imponente fusione, confronto impietoso per il terzo ghiacciaio vallivo dell’Ossola.

La fronte del ghiacciaio Sabbione nord, nell’apparato glaciale dei Sabbioni in alta Val Formazza. Nel 2010, secondo l’ultimo catasto dei ghiacciai Italiani, aveva un’area km²  1.27.

Da questi rilievi 2019 possiamo notare come l’arretramento del ghiacciaio si sia arrestato grazie alla copertura di detrito che ha incontrato per strada. Fin tanto che un ghiacciaio avanza porta a valle il detrito come un nastro trasportatore, ma quando la fronte arretra, fino alla confluenza dalla linea di caduta del detrito, ne rallenta l’arretramento.

Ma dalla prima immagine qui sopra è evidente la perdita di spessore dal 2017 al 2019. Una riserva d’acqua dolce persa che non riavremo mai più per molti anni, forse secoli.

Negli ultimi 300/400 metri prima della fronte si è formata una piana proglaciale, tipico del ritiro di un ghiacciaio. Dal 2013 è arretrato di 220 metri, una media di di 44 metri annui.

Ben visibile il ghiacciaio con la parte frontale ricoperta dal detrito.

Il costone che provoca la caduta di detrito e massi a formare una coperta alla fronte del ghiacciaio.

Funghi glaciali sul ghiacciaio, sassi di dimensioni variabili che con la loro ombra preservano il ghiaccio, formando un sostegno naturale. Visibili anche le Bèdières, solchi ondulati creati dal ruscellamento di fusione.

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Luca

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