Il Camosci è un ghiacciaio estinto
Siamo nell’ottobre 1966, immagine di Don Silvestri. Il ghiacciaio Camosci in Val Vannino, una traversa della Val Formazza, si presentava ben esteso e di color bianco, sintomo che la neve invernale sulla superficie del ghiacciaio era ben presente. In lontananza si vede il ghiacciaio Sabbioni nord I, anch’esso ben esteso e innevato.
Qui siamo nell’estate del luglio 1988. foto di Varini. La neve invernale era ben presente, sul ghiacciaio si pratica lo sci estivo, in quei anni lo si praticava nei mesi di giugno, luglio, agosto e spesso, a seconda nelle nevicate più o meno abbondanti, anche fino a settembre.
Qui siamo nell’estate del luglio 1997. foto di Varini. In questo decennio la possibilità di sciare fino a settembre diviene via via meno possibile, le estati iniziano ad essere più calde, si scia giugno e luglio.
Siamo negli anni 2000, agosto 2008 foto di Tartari. In primo piano la parte alta del ghiacciaio Camosci, resta una lastra di ghiaccio ricoperta da detrito, in secondo piano il Sabbioni nord I, rispetto alla prima foto del ’66 si nota subito il colore più scuro, la quasi totale assenza di neve invernale e affioramenti rocciosi, ghiacciai in regresso. In lontananza a sinistra il Sabbione centrale e di sfondo il Monte Rosa.
Ai nostri giorni, settembre 2016 foto di Luca Sergio. Del ghiacciaio Camosci ne rimane solo la lastra in alto, alcuni blocchi di ghiaccio ricoperti di detrito e qualche cumulo di neve granulare.
I ghiacciai sono, oltre che delle riserve di acqua dolce per le centrali idroelettriche, delle attrazioni turistiche e fonte di reddito per attività sciistiche. La loro scomparsa, dovuta a cicli naturali accelerati dall’inquinamento dell’uomo con l’immissione di gas serra, sono in primo luogo una perdita naturalistica, ci vorranno molti anni prima che ritornino.
Ghiacciaio Camosci 2016
Ringraziamenti per immagini:
CNR-ISE Verbania per immagini Don Silvestri, Varini, Tartari
Marco Valsesia, gestore Rifugio Città di Busto